La fanteria veneta del primo ‘500 nei dipinti del Carpaccio

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di Vincenzo Alberici

Le opere di Vittore Carpaccio (1465 – 1525) possono essere annoverate fra le migliori e più esaustive fonti iconografiche per la ricostruzione dei costumi veneti del tardo ‘400 – inizio ‘500.

In essi infatti sono rappresentati con dovizia di dettagli una grande varietà di abiti, dai religiosi ai militari.

In special modo nel ciclo pittorico “Le storie di Sant’Orsola”, troviamo numerosi tipi “militari” ce rappresentano un po’ tutte le specialità presenti fra le file dell’esercito della repubblica.

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Cavalieri in armatura a piastre completa, fanteria pesante ed arcieri sono abbigliati in maniera tipicamente italiana.

Fra questi soggetti ho scelto di rappresentare un fante pesante armato di scudo e arma in asta.

La scultura

Il modello, realizzato in stucco epossidico a partire da un manichino in filo di rame in scala 54 mm (1/32), risale a qualche tempo fa, quando non ero in possesso di alcune informazioni che mi avrebbero indotto ad interpretare diversamente il soggetto.

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Lo scudo, o targone, in particolare, nelle opere del Carpaccio viene rappresentato completamente piatto, mentre nella realtà dei fatti era sicuramente di forma più ovale e soprattutto concava, come si può osservare su altri dipinti.

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L’arma in asta, forse non proprio adatta al soggetto, è uno “scorpione”. Il Troso, nel volume “Le armi in asta delle fanterie europee” lo fa derivare, curiosamente, dall’alabarda, e non dal roncone, come potrebbe sembrare.

Ho scelto di fare indossare al fante un petto in stile tedesco ed una cervelliera ricoperta in tessuto.

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Ambientazione e pittura

Ho scelto di ambientare il soggetto in uno scorcio di ipotetica isola mediterranea, dove ci fosse un richiamo diretto all’acqua. Le murature sono create con plasticard e legno mentre l’acqua è una resina trasparente da colata.

Per la colorazione di ambientazione e soggetto ho utilizzato colori acrilici con tecnica mista di velatura e sovrapposizione a fresco.

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Lo stemma sullo scudo, il leone “in moeca” è tratto da uno scudo di origine leggermente più tarda (metà del 1500) conservato nel museo dell’arsenale.

Dopo aver terminato la base e fissato il figurino ho uniformato il tutto con la stesura di pigmenti color terra.

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Versioni alternative

All’epoca in cui terminai la scultura decisi di far realizzare alcune copie del soggetto da un amico stampatore.

Come facilmente immaginabile, considerata la vastità dei territori della Serenissima Repubblica, il figurino si presta a diverse interpretazioni.

Nelle foto dalla 16 alle 19 la versione dell’amico Marco Moisè, rappresentante un fante della milizia della città di Udine.

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Dalla 20 alla 23 il figurino con il targone dipinto nei colori della città di Crema, in provincia di Cremona, realizzato dall’amico Raffaele Du Marteau.

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Contatti: harrier77@libero.it

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