LE FANTERIE ITALIANE ALL’EPOCA DELLE COMPAGNIE DI VENTURA

copertina

Nell’ambito degli eserciti di ventura che fra il XV ed il XVI secolo hanno scorrazzato per lo stivale, le truppe composte da mercenari di provenienza nostrana si discostavano per struttura ed armamento dal resto degli eserciti coevi.

Le figure principali presenti fra le fila di condottieri quali Pandolfo Malatesta o il Colleoni (o più correttamente Coglioni), per citarne solo due fra i molti, si differenziavano per funzione e quindi per armamento. Fra i combattenti “diretti” troviamo i rotellieri, armati di spada e scudo tondo, di dimensioni ridotte, che ingaggiavano nel corpo a corpo le truppe nemiche. Altri con la stessa funzione utilizzavano uno scudo ovale di dimensioni maggiori, ma sempre utile nello scontro non in linea.

Fra i combattenti armati più pesantemente troviamo invece i targonieri o palvesari, figura già ampiamente comparsa nel panorama guerresco dei secoli precedenti. In quest’epoca però, ed in Italia, il palvese o targone non è da intendersi di grandi dimensioni ed infisso al terreno mediante il sostegno di un palo ma uno scudo ovale e concavo atto a coprire il combattente per buona parte del corpo ma trasportabile ed utilizzabile imbracciato oltre che in linea.

fig1 Piero della Francesca 1460

fig1 Piero della Francesca 1460

Dietro ai targoni eri prendevano poi posto schioppettieri e balestrieri, che grazie al muro di scudi mobile o fisso avevano il tempo di ricaricare e tirare con precisione sul nemico.

IL DIORAMA: TRASPOSIZIONE TRIDIMENSIONALE DELLE RAPPRESENTAZIONI BIDIMENSIONALI

Dell’epoca presa in esame ci sono pervenute svariate testimonianze sia scritte che iconografiche, grazie alle quali siamo in grado di comprendere le dimensioni e l’utilizzo dei vari armamenti ed equipaggiamenti, oltre che la funzione delle varie figure sul campo di battaglia.

fig3

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Ma meglio ancora di un dipinto è la sua trasposizione in tre dimensioni, pertanto, armato di stucco e filo di rame, ho pensato di ricreare uno spaccato tipo di battaglia, ricostruendo alcuni dei principali attori : il targoniere, lo schioppettiere, il famiglio ed il lanciotto.

TARGONIERE

E’ il fante meglio corazzato, perchè oltre alla protezione dello scudo indossava una brigantina, schinieri e una protezione per l’avambraccio destro, oltre ai guanti corazzati.

In alcune rappresentazioni pittoriche, che però sono sempre soggette a beneficio di inventario, alcuni fanti indossano un corto usbergo.

fig4

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Il capo è protetto da una celata aperta. I calzoni sono le tipiche calzamaglie suolate o abbinate a corti stivali in pelle.

fig5 celata XV° sec.

fig5 celata XV° sec.

Lo scudo è costituito da doghe in legno rivestite sia all’interno che all’esterno in cuoio.

Le armi del targoniere sono principalmente corte lance e spiedi, utilizzabili con una sola mano. Al fianco porta sempre una spada o una storta.

fig6 spiedi da guerra

fig6 spiedi da guerra

Il targoni ere era sempre assistito da un famiglio che gli porgeva, a seconda delle necessità, lo scudo o la lancia.

SCHIOPPETTIERE

Privo di pezze difensive perché protetto dal targone, il suo scopo era quello di colpire il nemico da lontano, anche se l’effetto era più morale che reale, data l’imprecisione delle armi utilizzate.

fig7

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Il forte rumore unito al fumo prodotto dallo sparo intimorivano i nemici. E’ anche da dire, però, che i danni effettivi di un colpo di schioppetto erano devastanti, soprattutto per le gravi infezione che potevano recare al ferito.

Gli schioppettieri vestivano leggeri, con l’usuale calzamaglia, una camiciona ed il corpetto chiuso con lacci o bottoni.

Il capo era protetto da una cervelliera o molto spesso da semplici copricapi in tessuto. Le munizioni e la polvere venivano portati in borse e scarselle appese a tracolla o alla cinta. Per la difesa personale erano dotati di pugnali e daghe.

fig9

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LA SCULTURA

Due parole per descrivere i figurini, due soli dei quali sono terminati. Ho utilizzato stucco bicomponente Magic Sculpt unito al Duro per migliorarne le qualità in modellazione.

fig10

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I figurini sono stati rifiniti a secco con bisturi e spugnette abrasive di diverse grane. Lo scudo è stato modellato stendendo una sfogli di stutto su un tubo di adeguate dimensioni e successivamente rifinito a secco.

fig.11 illustrazione di Massimo Predonzani, fanti aragonesi tratti dall'Hesperis

fig.11 illustrazione di Massimo Predonzani, fanti aragonesi tratti dall’Hesperis

Articolo e pezzi di Vincenzo Alberici

Contatti: harrier77@libero.it

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