Pubblico questo capitolo sull’araldica di Louis d’Armagnac vicerè di Napoli tratto dal mio ultimo libro per la Helion. Vedi https://www.helion.co.uk/military-history-books/the-italian-wars-volume-5-the-franco-spanish-war-in-southern-italy-1502-1504.php?sid=398f1c00acd6c3aed0998d4a6684381b.
Louis nacque nel 1472, terzo figlio di Jacques d’Armagnac e Luisa d’Angiò. Ancora bambino, nel 1477, fu costretto ad assistere alla decapitazione del padre, accusato di tradimento contro il re di France Louis XI. Nel 1483, riavuti i possedimenti che erano stati confiscati al genitore, venne nominato conte di Guise e nel 1494 partecipò alla calata in Italia di Charles VIII, il quale gli affidò il comando dell’avanguardia dell’esercito1. Dopo la morte dei fratelli maggiori Jacques e Jean, nel 1498 divenne duca di Nemours e nel 1501 viceré di Napoli, titolo donatogli dal re Louis XII2.
Uno stemma di Louis d’Armagnac si trova su di un sigillo pubblicato in un inventario della collezione Clairambault3.
Si tratta di uno scudo partito in due: al I° inquartato, al I° e al IV° d’argento al leone di rosso (Armagnac)4, al II° e al III° di rosso al leopardo d’oro (Rodez)5; al II° d’azzurro seminato di gigli d’oro attraversato da una banda caricata da tre leoncelli (Bourbon-la Marche) 6. Su tutto un lambello, per cimiero un fascio di spighe e come sostegni due sirene. Questo stemma, datato 1491, era portato da Louis quando era conte di Guise.
Nell’anno 1500 l’Armagnac, divenuto duca di Nemours, adotta un altro stemma.
Lo cita Anselm de Guibours, frate agostiniano detto padre Anselme, nel suo trattato di araldica nobiliare francese7. Lo stemma, anche questo ricavato da un sigillo, viene così descritto: scudo diviso in quattro parti: al primo le armi Armagnac inquartate, al secondo lo stemma di Navarra8, al terzo lo stemma d’Anjou9, al quarto lo stemma Bourbon-la Marche. Sul capo dello scudo un lambello; per supporto due sirene, una con una pigna in mano, l’altra con uno specchio. Infine come cimiero una gerbe (fascio di spighe) (vedi ricostruzione Image 1).
Gli stemmi sono gli stessi del sigillo precedente, con l’aggiunta dell’arme Anjou e Navarra.
Ma vediamo ora gli emblemi presenti attorno allo stemma. Le sirene di supporto erano emblemi tradizionali degli Armagnac, si possono vedere su delle miniature pubblicate in due libri appartenuti a Bernard VIII d’Armagnac e a Jacques d’Armagnac, padre di Louis10.
Un altro emblema, ma meglio chiamarlo impresa è la gerbe che appare come cimiero. Anche questa impresa era portata dagli esponenti della famiglia Armagnac. Tuttora la gerbe è presente nello stemma della Guascogna, paese di origine degli Armagnac.
Vediamo poi uno stemma originale di Louis che si trova in Italia, di preciso a Matera, in Basilicata.
Lo stemma è dipinto in affresco sulla facciata principale della cattedrale della città. Lo scudo araldico è un inquartato che purtroppo risulta molto rovinato dal tempo, tuttavia sono ben visibili 4 leoni rossi contro inquartati rampanti nel I° e nel IV° quarto; negli altri due quarti, il II° ed il III° poco leggibili, si intravedono 2 gigli e tracce del campo azzurro. Un tempo si credeva che questo stemma fosse appartenuto ai Borboni, poi grazie alle ricerche di Francesco Foschino si è potuto attribuirlo al nostro duca di Nemours11.
Importante l’iscrizione che Foschino ha tradotto e che si trova sotto lo stemma, un epigrafe che tra le sue righe recita: NEMOSII DUX INCD che significa nell’ordine “Nemours duca illustrissimo”. Louis d’Armagnac duca di Nemours, nominato viceré di Napoli, occupò Matera nel settembre 1502 dopo averne sconfitto il signore, il conte Giovan Carlo Tramontano che si era alleato agli spagnoli12. Agli abitanti di Matera non restò che fare atto di sottomissione al re di Francia, atto che fu rettificato nel novembre 1502. L’occupazione francese durò poco, infatti si concluse alla fine di aprile 1503, quando il Neomurs fu sconfitto e ucciso a Cerignola. Lo stemma del duca Armagnac deve essere stato dipinto durante i 6 -7 mesi di permanenza francese in città13.
Ma sebbene l’epigrafe certifichi con sicurezza il proprietario, l’arme dipinta è diversa da quella conosciuta. Il contro inquartato dei quattro leoni crea dei dubbi. Lo stemma dovrebbe rappresentare l’inquartato degli Armagnac abbinato all’arme Bourbon la Marche. Di quest’ultima arme sono ancora visibili l’azzurro del fondo e due gigli, ma è assente la banda con i leoncelli, di cui non c’è più traccia. Invece, al posto del contro inquartato dei due leoni di Armagnac con i due leopardi di Rodez, appaiono quattro leoni rossi in campo bianco, cioè i leoni d’Armagnac. (image 2)14
In araldica è molto raro ritrovare in uno stemma la stessa figura riportata quattro volte.Infatti l’arme originaria degli Armagnac era il leone rosso, uno solo. In seguito è stato raddoppiato inquartandolo con i leopardi di Rodez. Quest’ultima è un’evoluzione consueta nell’araldica gentilizia, che evidenzia l’unione della famiglia originale con altre casate.
Nel caso di questo affresco di Matera è molto probabile che il pittore non abbia mai visto lo stemma del viceré o il Nemours stesso, e si sia fidato di notizie parziali o inesatte per il suo dipinto.
Di tutte le cronache che trattano della guerra di Napoli, l’unica a scrivere qualcosa sull’araldica portata dal viceré Armagnac è la Crònica manuscrita del Gran Capitàn. Il testo racconta che durante la cena tra capitani spagnoli, dopo la vittoriosa battaglia di Cerignola, serviva la mensa un paggio del Gran Capitàn, di nome Vargas. Questi, come trofeo di guerra, indossava la giornea del viceré. Alla cena c’era anche un prigioniero francese di nome Formento15 che riconobbe i simboli sulla giornea e disse al Còrdoba: Aquella jornea traia sobre las armas el Virrey cioè “Quella giornea porta sopra lo stemma del Vicerè” 16.
Altre notizie sul blasone o insegne dell’Armagnac non vengono riportate. Si sa che il suo corpo venne sepolto, con tutti gli onori, nel convento di San Francesco a Barletta che però venne distrutto da Renzo da Chieri nel 1528. Così che la sua tomba, come il suo blasone scomparve.
Come abbiamo visto di questo importante personaggio non si trova molto riguardo l’araldica militare. Anche in raffigurazioni o testi, ottocenteschi o moderni, c’è poca traccia di sue livree o insegne. Come se il peso della sua disfatta avesse cancellato la memoria visiva della sua figura. Tuttavia, dalla Crònica manuscrita sappiamo che a Cerignola portava il suo stemma sull’abito, inoltre quest’ultimo doveva essere bianco alla livrea Armagnac. Infatti, il colore della famiglia Armagnac era il bianco. Alcuni testi storici francesi ricordano che il colore bianco era l’emblema delle famiglie Orleans e Armagnac che si opponevano al rosso portato dai borgognoni durante la guerra dei Cent’anni. In seguito nel 1413 il bianco diventerà il colore del re di Francia Charles VI°17.
Sappiamo poi che il suo cimiero o impresa di famiglia era la gerbe, accompagnata da altre imprese come: le sirene, lo specchio e la pigna. Nella Plate B,vediamoLouis d’Armagnac a Cerignola con il suo seguito formato da un alfiere n3 , un cavallo leggero n1 e un paggio n4.
1 P. De Commynes, Mémoires, nouvelle edition, tomo III, Paris 1847, pp. 395 e 466.
2P. Anselme, Histoire genealogique et chronologique de la Maison Royale de France, des pairs, grands officiers de la Couronne & des anciens Barons du Royaume, Tome troisiéme, Paris 1728, pp. 430-431.
3G. Demay, Inventaire des sceaux de la collection Clairambault à la bibliothèque Nationale, tome I°, Paris 1885, p. 462.
4H. Beauchet- Filleau et Ch. De Chergè, Dictionnaire historique et généalogique des familles du Poitou, tome premier, Poitiers 1891, p. 104.
5Nel XIV secolo i conti d’ Armagnac divennero anche conti di Rodez, e unirono assieme gli stemmi in un inquartato.
6 Questo è lo stemma Bourbon- la Marche. Nel 1429 Bernard VIII d’Armagnac sposò Éléonore de Bourbon figlia di Jacques de Bourbon, conte di La Marche. Così Bernard divenne in seguito conte di La Marche.
7P. Anselme, cit. p. 430.
8Probabilmente ricorda la casata Navarra che si fregiò del titolo di duca di Nemours precedentemente agli Armagnac.
9 L’arme d’Anjou segnala la famiglia della madre di Louis, Luisa d’Anjou .
10 Si trovano in Flavius Josèphe, Les Antiquités judaïques (Livres I-XIV) f. 3 e Marco Polo, Livre des merveilles f.1. Entrambi i testi sono conservati alla Bibliothèque nationale de France e secondo gli studiosi sono appartenuti ai due esponenti Armagnac per i loro stemmi dipinti all’inizio delle pagine.
11F. Foschino, Cattedrale, gli stemmi raccontano, in Mathera, anno II, n.4, 21 giugno 2018, pp. 116-118.
12J de Mariana, Historia general de Espagna, tomo III, Clásicos de Historia, 2014, p. 821.
13Dopo la vittoria spagnola e con il ritorno a Matera del conte Tramontano lo stemma fu coperto da intonaco. Lo scopo era quello di cancellare il ricordo dell’occupazione francese ma in realtà lo ha conservato meglio dalle intemperie, in confronto ad altri stemmi dipinti sulla stessa facciata della cattedrale.
14Lo stemma Armagnac è sormontato dalla corona di vicerè.
15Gaspard de Coligny signore di Fromente, luogotenente del duca di Nemours.
16A. Rodriguez Villa, Crònica manuscrita, in Crònicas del Gran Capitàn,Madrid 1903, p. 370.
17J. Justin Monlezun, Histoire de la Gascogne, depuis les temps plus reculés jusqu’a nos jours,Tome IV , 1846, p. 137; M. Pierre Larousse, Grand dictionnaire Universel du XIX siècle, tome I°, Paris 1866, p. 645
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