Archivio Mensile: gennaio 2014

Pirro Baglioni da Sipicciano

Pirro Baglioni da Sipicciano

Il libro del mio amico Claudio Mancini

Ecco la sua presentazione:

Le più importanti vicende politico-militari del sec. XVI per l’egemonia sull’Europa e sull’Italia da parte della Spagna e della Francia vedono coinvolto uno dei capitani di ventura più in vista dell’epoca: Pirro Baglioni da Sipicciano. Personaggio straordinario di grande valenza militare e politica, Pirro offre i suoi servizi ai pontefici Clemente VII e Paolo III, all’imperatore Carlo V e al Re Francesco I di Francia, al Granduca di Toscana Cosimo de’ Medici, partecipando alle campagne d’Italia e d’Europa. Dal carattere forte, controverso, irascibile che manifesta soprattutto sul campo di battaglia, è capace di essere affettuoso in famiglia, timorato di Dio e molto devoto. E’ protagonista nella battaglia di Montemurlo del 1537 che riporta i Medici a Firenze, diventa eroe a Carignano nell’assedio francese del 1544, partecipa alla guerra di Smalcalda del 1546-1547. Riceve onorificenze e benefici da Cosimo de’ Medici; Carlo V gli concede possedimenti nel Regno di Napoli e il marchesato di Mortara. È tra i fondatori dell’Accademia degli Umidi, poi Accademia Fiorentina, dove Niccolò Martelli e Antonfrancesco Grazzini, illustri letterati, gli dedicano alcuni sonetti. Sono inoltre numerose le “imprese” che gli storici e biografi Paolo Giovio, Lodovico Domenichi, e Giovanni Ferro gli intitolano per celebrare atti di eroismo compiuti sul campo di battaglia.

Distribuito da edizioni Archeoares Viterbo:  http://www.edizioniarcheoares.it/

 

 

 


 

DÖPPELSOLDNER, I VETERANI DELL’IMPERATORE!

Seconda parte della Legione Nera alla battaglia di Pavia di Vincenzo Alberici

Sicuramente fra le truppe più celebri del rinascimento, i lanzichenecchi potevano vantare nel proprio organico dei veri e propri corpi d’elite, i Döppelsoldner (Doppio soldo, ovvero tutti coloro che, per mansioni particolari all’interno del Fähnlein, percepivano paga doppia ).

Normalmente si tende ad identificare con il termine Döppelsoldner esclusivamente i mercenari armati di spada lunga a due mani, anche se in realtà diversi erano i militari assoldati con questo regime. Fra loro picchieri, archibugieri e l’alfiere, il portatore della bandiera (il fahne, appunto).

Però è un fatto che la figura del portatore di Zweihänder sia entrata nel mito, certamente grazie alle caratteristiche inusuali dell’arma ma soprattutto alla pericolosità del suo impiego.

Chi maneggiava queste enormi armi da taglio doveva essere fisicamente molto prestante e psichicamente avvezzo al mestiere della guerra.

Questi veterani avevano il compito di intervenire durante le mischie dei quadrati di picchieri per tranciare le picche avversarie ed in generale creare più scompiglio e danno possibile alle formazione avversarie. Continua »