Seconda parte della Legione Nera alla battaglia di Pavia di Vincenzo Alberici
Sicuramente fra le truppe più celebri del rinascimento, i lanzichenecchi potevano vantare nel proprio organico dei veri e propri corpi d’elite, i Döppelsoldner (Doppio soldo, ovvero tutti coloro che, per mansioni particolari all’interno del Fähnlein, percepivano paga doppia ).
Normalmente si tende ad identificare con il termine Döppelsoldner esclusivamente i mercenari armati di spada lunga a due mani, anche se in realtà diversi erano i militari assoldati con questo regime. Fra loro picchieri, archibugieri e l’alfiere, il portatore della bandiera (il fahne, appunto).
Però è un fatto che la figura del portatore di Zweihänder sia entrata nel mito, certamente grazie alle caratteristiche inusuali dell’arma ma soprattutto alla pericolosità del suo impiego.
Chi maneggiava queste enormi armi da taglio doveva essere fisicamente molto prestante e psichicamente avvezzo al mestiere della guerra.
Questi veterani avevano il compito di intervenire durante le mischie dei quadrati di picchieri per tranciare le picche avversarie ed in generale creare più scompiglio e danno possibile alle formazione avversarie.
Non è documentato l’utilizzo dello spadone quale arma da combattimento contro uomini o cavalli, ma la logica, supportata anche da alcune immagini d’epoca, suggerisce che nel caso la circostanza lo richiedesse tale utilizzo non venisse disdegnato.
Nel diorama ho ritenuto doveroso rappresentare un portatore di Zweihänder, dato che nella difesa della bandiera certamente questi veterani venivano certamente utilizzati.
Il figurino è la rappresentazione, oltre che di un’uniforme, anche dell’idea che noi abbiamo di un determinato soggetto, perciò condensare rimarcare le caratteristiche fondamentali del soggetta è fondamentale.
Perciò nello studio preliminare del pezzo ho deciso di realizzarlo un po’ più alto e massiccio degli altri, e dotato di una corazza databile alla fine del ‘400, a sottolineare il fatto che fosse un veterano di lunga data.
E’ interessante notare che spesso le spade a due mani che vengono realizzate nei figurini datati fino al primo quarto del 1500 ricalcano alcuni canoni estetici, quali bracci della guardia dotati di riccioli e decori vari o la lama a fiamma, che ritroviamo dalla metà del secolo in poi.
All’epoca della battaglia di Pavia gli spadoni erano di tipo molto più semplice, a lama dritta e con guardie lineari o a “S”, simili a quella del katzbalger.
Per la realizzazione i materiali e le tecniche realizzate sono simili a quelle dell’archibugiere.
Ho utilizzato, per la scultura della corazza, il Milliput bianco, che ritengo più adatto per le lavorazioni a secco, mentre lo spadone è ricavato da una striscia di plasticare e completato con elementi in filo di rame e ferro.
Mi chiamo Vincenzo Alberici, e vivo a Castelleone, vicino a Cremona. Sono un geometra libero professionista, ma nel tempo libero mi dedico alla scultura e talvolta alla pittura di figurini storici in varie scale. Baso i miei modelli sulla studio e la lettura delle fonti originali, sia iconografiche che scritte, per ottenere modelli che siano, per quanto nelle mie possibilità, piacevoli ma soprattutto filologicamente corretti. Amo questa sorta di ricostruzione storica in piccolo perché permette sia di conoscere i fatti della storia, siano essi dei grandi generali come dell’umile fante, sia di riscoprire la maestria dell’uomo, che grazie alla sola perizia tecnica delle mani e dell’intelletto è riuscito a produrre manufatti di incredibile bellezza e funzionalità!
Ma soprattutto amo poter condividere questa passione con amici che viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda!
Contatti: harrier77@libero.it
Ancora complimenti!
grazie mille! 🙂
Gran bel lavoro Vincenzo. ti rinnovo i complimenti